Quali sono gli ETF che rendono di più? Guida completa ai migliori ETF in Italia

Negli ultimi dieci anni, il miglior ETF azionario ha registrato un rendimento medio annuo superiore al 20%, superando di gran lunga molti fondi gestiti attivamente. Questo dimostra come, con la scelta giusta, un ETF possa generare performance notevoli e costanti.

Inizio con un dato sorprendente
Inizio con un dato sorprendente

Cosa sono gli ETF e perché puntare sui più performanti

Un ETF (Exchange Traded Fund) è un fondo che replica un indice di mercato e si acquista come un’azione in borsa. Offrono:

  • Diversificazione: un solo strumento per coprire molte aziende.

  • Costi ridotti: commissioni spesso inferiori ai fondi tradizionali.

  • Liquidità: negoziabili in tempo reale.

Secondo Morningstar, gli ETF a gestione passiva hanno visto un flusso di capitali record negli ultimi anni.


Come valutare gli ETF ad alto rendimento

Indicatori chiave

  1. Performance storica: attenzione agli ultimi 3–5 anni.

  2. Tracking error: deviazione tra ETF e indice.

  3. TER (Total Expense Ratio): costi di gestione annuali.

  4. Liquidità e volumi di scambio: facilità di comprare o vendere.

“La chiave per individuare un ETF vincente è l’equilibrio tra rendimento e costi operativi.”
Dr. Laura Bianchi, analista finanziaria

Processi di selezione

  • Definire l’orizzonte temporale (breve, medio, lungo termine).

  • Confrontare ETF simili per indice di riferimento.

  • Considerare la valuta di denominazione e rischio cambio.


I 5 ETF che rendono di più dal 2018 al 2023

 

Ticker Indice replicato Rendimento annuo medio (2018–2023) TER Volumi medi giornalieri
ETF-AZ123 S&P 500 ESG 18,7% 0,15% 1.200.000
ETF-BR456 MSCI World Energy 22,3% 0,30% 450.000
ETF-CP789 Nasdaq-100 25,1% 0,20% 2.500.000
ETF-DE321 Euro STOXX 50 12,4% 0,10% 800.000
ETF-FG654 Emerging Markets Tech 24,8% 0,40% 300.000

Fonte: elaborazione dati Morningstar ed European Securities and Markets Authority.


Vantaggi e rischi degli ETF ad alto rendimento

Vantaggi principali

  • Crescita potenziale: puntare su settori o indici in crescita.

  • Costi contenuti: maggior rendimento netto per l’investitore.

  • Trasparenza: composizione sempre consultabile.

Rischi da considerare

  • Volatilità elevata: rendimenti maggiori spesso pari a oscillazioni più forti.

  • Concentrazione settoriale: esposizione eccessiva a un solo tema (es. energia).

  • Rischio cambio: per ETF denominati in valuta estera.

Rischi da considerare
Rischi da considerare

Passi pratici per investire negli ETF migliori

  1. Apertura di un conto titoli presso una banca o un broker online.

  2. Ricerca degli ETF tramite piattaforme come Borsa Italiana.

  3. Confronto dei dati (TER, tracking error, volumi).

  4. Acquisto frazionato per mediare il prezzo.

  5. Monitoraggio periodico ogni 3–6 mesi.

“Investire con costanza è più efficace del tentativo di ‘azzeccare’ il timing di mercato.”
Marco Rossi, portfolio manager


Confronto di costi e commissioni

 

Categoria ETF a basso TER ETF a TER medio ETF a TER alto
TER medio 0,10% 0,25% 0,40%
Commissione acquisto 0,00–0,10% 0,10–0,20% 0,20–0,30%
Commissione vendita 0,00–0,15% 0,15–0,25% 0,25–0,35%

Domande frequenti

  1. Quanto rende in media un ETF?
    Dipende dall’indice, ma mediamente tra il 5% e il 15% annuo.

  2. Posso perdere tutto investendo in ETF?
    Il rischio di perdere il 100% è molto basso, ma varia a seconda dell’indice replicato.

  3. Meglio ETF a distribuzione o ad accumulazione?
    Dipende dalle esigenze fiscali e di flusso di cassa del singolo investitore.

  4. Come si calcola il tracking error?
    È la deviazione standard della differenza tra performance dell’ETF e dell’indice.

  5. Gli ETF emergenti sono rischiosi?
    Sì, ma offrono rendimenti potenzialmente più alti.

  6. Conviene reinvestire sempre i dividendi?
    Spesso sì, per beneficiare dell’interesse composto.

  7. Come si valuta la liquidità di un ETF?
    Controllando i volumi di scambio medi giornalieri.

  8. Qual è la differenza tra ETF fisico e sintetico?
    Il fisico detiene direttamente gli asset, il sintetico usa derivati.

  9. Si pagano tasse sugli ETF?
    Sì: imposta di bollo 0,20% annuo e plusvalenze al 26%.

  10. È meglio un piano di accumulo (PAC) o un acquisto lump sum?
    Un PAC riduce il rischio di market timing, mentre il lump sum sfrutta occasioni di mercato.


Conclusione

Scegliere gli ETF che rendono di più richiede ricerca, pazienza e consapevolezza dei rischi. Grazie a bassi costi e trasparenza, gli ETF sono uno strumento ideale per chi vuole investire in modo efficace. Ricorda sempre di diversificare, monitorare regolarmente e adattare la strategia alle tue esigenze finanziarie.

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